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domenica 6 settembre 2015

FRANCIGENA La Vergine Maria Ferruccia di Filippino Lippi a Fucecchio

FRANCIGENA LA VERGINE MARIA FERRUCCIA DI FILIPPINO LIPPI A FUCECCHIO
settembre 2015

Passando da Fucecchio, il pellegrino che percorre la Via Francigena da oggi potrà ammirare un affresco da poco riscoperto attribuito a Filippino Lippi, dedicato alla Vergine Maria Ferruccia.
La professoressa Aurora Del Rosso, dopo un attento studio di vecchi documenti custoditi nell’archivio storico del Comune di Fucecchio, ha potuto appurare che l’affresco era senza ombra di dubbio di Filippino Lippi.
E' stato pubblicato anche un libro edito da Edizioni dell’Erba su tutta la ricerca fatta dalla Del Rosso.

Il nostro territorio è come uno scrigno chiuso che ogni tanto si apre e ci dona splendide opere che i nostri avi ci hanno lasciato.




Nel 2000, per l’anno giubilare, ho percorso insieme a tre amici  la Via Francigena e, in un giorno di intensa pioggia, ci siamo fermati proprio lì, sotto il porticato della chiesetta della Ferruzza. 
Direi che sono legato sentimentalmente a quel luogo che ci permise di asciugarci e di mangiare un boccone pellegrino (vedi foto sotto).





















Un appello al  Sindaco di Fucecchio: sia lasciata aperta questa chiesa e sia fatta ammirare a tutti, in particolare ai pellegrini che camminano sulla Via Francigena, questa meravigliosa scoperta. Per loro sarà un momento di sosta dedicato alla bellezza, alla preghiera o alla ricerca di una spiritualità a cui tutti tendiamo.

La risposta del comune di Fucecchio:

Ufficio Stampa Comune di Fucecchio c.paci@comune.fucecchio.fi.it

10 set 2015


Il sindaco Alessio Spinelli la ringrazia calorosamente per la sua partecipazione all'evento di sabato scorso e per averlo fatto conoscere anche attraverso il suo blog.
Per quanto riguarda l'apertura della Chiesa della Ferruzza il sindaco sta valutando la possibilità di apertura con la proprietà dell'immobile.
Grazie ancora per l'attenzione, la attendiamo a Fucecchio per i prossimi eventi.
Cordiali saluti





Sotto, in rosso, la piccola deviazione dal tracciato per chi viene dal canale Usciano e Menichetti, per arrivare alla chiesa della Ferruzza.





Note storiche: da http://www.gonews.it/

Le due fonti: Ferruccia e Peruzza Nella primavera del 1473 il Comune di Fucecchio costruì, su impulso del podestà Antonio Ferrucci, all’interno del piano delle opere pubbliche ispirato da Lorenzo il Magnifico, una “ fonte nuova”, che sarà chiamata Ferruccia dal nome del podestà, a poca distanza dalla vecchia fonte denominata Peruzza (oggi si può osservare un vecchio lavatoio in via della Fontina ). Dalla contaminazione tra i due nomi nacque in epoca più recente la denominazione Ferruzza per la chiesa, la Madonna, il quartiere e, infine, la contrada. La “fonte nova” e il tabernacolo. La Vergine della fonte In un tabernacolo costruito davanti la fonte nova Ferruccia nell’estate del 1473 fu affrescata una figura della Vergine Maria che sarà chiamata Maria Vergine Ferruccia o la Vergine della fonte Ferruccia o la Vergine Ferruccia nel 1400 e almeno per tutto il 1500. Per proteggerla dall’acqua si decise di chiudere il tabernacolo con un “uscio”. Il pittore Da maggio 1473 e fino a gennaio (ancora 1473 per lo stile fiorentino poiché l’anno cominciava il 25 marzo, cioè “ ab incarnatione” ) vengono registrate dal camarlingo, il tesoriere del comune, le spese relative al pagamento di Filippo Lippi sul Monte di Firenze: 7 bullette per un totale di 115 fiorini larghi, 2 lire, 56 soldi e 4 denari. Un compenso lauto dovuto oltre che alla protezione di Lorenzo, alla fama della famiglia Lippi e ai materiali preziosi impiegati (per l’azzurro del cielo di cui resta qualche traccia nel morellone rossastro , il preparato di fondo, e la foglia d’oro delle aureole). Filippo e Filippino Lippi Poiché Filippo Lippi padre era morto nel 1469, nel 1473 il pittore poteva essere solo il figlio, Filippo Lippi detto Filippino. Filippino era figlio del famoso frate omonimo e della monaca Lucrezia Buti che era fuggita con lui dopo avergli fatto da modella per una delle sue celebri Madonne. Cosimo de’ Medici lo protesse e riuscì a fargli continuare il suo lavoro così come in seguito Lorenzo il Magnifico proteggerà il figlio Filippino, ormai orfano, tanto da assegnargli l’esecuzione del disegno per il sepolcro del padre nel duomo di Spoleto poiché non era riuscito a riportare a Firenze le sue spoglie. L’affresco Si tratta di una Sacra Conversazione, cioè di una Madonna in trono col bambino affiancata da due santi: San Giovanni Battista, riconoscibile per l’abbigliamento con la pelle di cammello che sporge dal mantello e per il cartiglio con la scritta “ECCE AGNUS DEI”dal volto rustico per le sofferenze nel deserto e Sant’Antonio la cui presenza è dovuta probabilmente ad Antonio Ferrucci che, imponente con la lunga barba bianca e i baffi attorcigliati, volge lo sguardo verso i fedeli. La Madonna, affettuosa ed altera, dall’abito trasparente ed elegante, solleva il bambino con le mani delicate e dalle dita sottili. La fisionomia del bambino dai grandi occhi chiari e dal naso all’insù rivela lo studio dal vero a cui si applicavano i pittori dell’età laurenziana. L’affresco nello strato inferiore ha perduto il colore originale, conservando solo il disegno dovuto all’incisione del cartone, così come una parziale perdita del colore si è verificata nello strato di mezzo. In alto, dove il volto della Madonna incorniciato da una veletta bianca si staglia su un fondo ocra, il colore è perfettamente conservato. La storia dell’oratorio della Ferruzza In un documento del 1504 alla Vergine sono attribuiti miracoli che aveva cominciato a fare il giorno 3 gennaio 1502, la vigilia della Beata Cristiana. Il comune stabilisce che quel giorno deve essere celebrato attraverso una festa, una messa solenne, una processione e un’offerta di lire 10. In quel giorno si potrà liberamente lavorare per la Vergine. Solo nel 1548 però il giorno dedicato alla Vergine diventerà festivo: “…si guardino come le domeniche”. Dal 1517 al 1520 sono registrate spese straordinarie per l’ampliamento dell’oratorio, dal 1531 al 1533 si giunge finalmente all’aspetto attuale della Chiesa.



La copertina del libro

martedì 1 settembre 2015

Pania Croce 31 ago 2015




PANIA CROCE
1 settembre 2015

Questo percorso è stato fatto anche nel 2006

La regina delle Apuane, tanta la voglia di tornarci, da sogno oggi si è trasformata in realtà.
Dopo una lunga e faticosa ascesa partendo da Piglionico alle ore 11:30 eravamo in vetta. Le vedute panoramiche da quassù sono assicurate, come potete vedere dalle foto.

Non distruggete questo meraviglioso ambiente con l'escavazione selvaggia del marmo

DESCRIZIONE di come arrivare al punto di partenza da Firenze
Si prende A11, si esce a Capannori e si segue indicazioni per Borgo a Mozzano. Si supera e arrivati a Gallicano [cartelli indicatori per Rifugio Rossi]  si segue la SP41 fino al bivio a sinistra [strada delle Rocchette], chiamata cosi  perché costeggia la Falesia delle Rocchette, una serie di roccioni a q.1059 sulle pendici NE della Pania Secca; che ci porta a Piglionico  [da Gallicano km 15]. 

DESCRIZIONE
Da Piglionico oltrepassata la cappella, si segue la strada fino al termine, dove inizia il sentiero n.7 che si percorre per un breve tratto in piano. Dopo poco si lascia a destra il segnavia n.127 per il Rifugio Del Freo alla Foce di Mosceta e si prosegue a sinistra nel bosco di faggi, in salita, fino a trovare l’ampia distesa prativa, a sinistra la severa mole della Pania Secca. Si prosegue per sentiero e si arriva in breve al Rifugio. E. Rossi m 1609.
Dal rifugio si prosegue per il Vallone dell’Inferno in ambiente severo pieno di detriti e pietre enormi, segnavia n 126, fino a trovare l’antecima nord. Si prosegue a sinistra per facile cresta, e si raggiunge in pochi minuti la Pania della Croce. [fare attenzione al tratto esposto].
Definita regina delle Apuane non a caso, si erge in un anfiteatro di cime maestose con vista su tutte le Apuane, il mare della Versilia fino a Portovenere.
Dalla cima ritorniamo indietro fino a l’antecima nord e scendiamo ripidamente per il segnavia n.126 per la Foce di Mosceta e il Rif. Del Freo.
Alla foce evitando il Rif.Del Freo si prosegue a sinistra per il segnavia n.9 fino a trovare un bivio che prendiamo a destra, segnavia n.127, proseguendo incontriamo il bivio a destra segnavia n139 per la Borra di Canala, che non prenderemo, continuando con il segnavia n.127 fino alla cappella votiva dei Partigiani caduti a Piglionico dove abbiamo iniziato il nostro anello.

CARTA NUOVA::4 LAND ALPI APUANE N,200 1:25000
ORE CAMMINO: 5.30        KM: 12,4
DIFFICOLTAE [tratto EE]
DISLIVELLO: m 987     ALTITUDINE MASSIMA: m 1859      ALTITUDINE MINIMA: m 1050

TRACCIA GPS: NO