Alla stazione ci ritroviamo tutti, conoscenti e persone nuove. Il treno è di sole tre carrozze e oltre a noi c'è un gruppo di americani, così facciamo il pieno. Alla stazione di Marradi, scesi dal treno, capiamo subito che la giornata non sarà soleggiata, tutt'altro, infatti la nebbia e qualche scroscio d'acqua non ci permetteranno di ammirare i panorami che il percorso attraversa. Ma il camminante o pellegrino sa che da tutto questo potrà comunque ricavare sensazioni nuove.
Nella ricerca della via, si è tenuto presente quanto
scrive lo storico dei Longobardi Paolo Diacono che, nella sua “Historia
Langobardorum”, colloca Bobbio distante da Pavia 40 miglia (pari a circa 60
chilometri), e si é individuato quindi l’itinerario che più si avvicina a tale
indicazione, tenendo conto dei luoghi in cui risalire a memorie longobarde,
alto-medievali o del Monastero di Bobbio, anche senza un puntuale riferimento
alla traslazione del corpo di San Colombano da Bobbio a Pavia. I monaci del
Monastero di Bobbio, infatti, guidati dall’abate Gerlanno, nei giorni 17, 18 e
19 luglio dell’anno 929, trasportarono le reliquie di San Colombano attraverso
un percorso leggermente più lungo, da Bobbio a Pavia, studiato appositamente
allo scopo di rivendicare davanti al re Ugo di Provenza i beni del Monastero,
usurpati dal vescovo di Piacenza Guido e da altri feudatari. La via individuata
(passando per Caminata, Pometo, Canevino, Cella e altre località storiche) è
lunga 71,53 km. e può considerarsi il prolungamento della Via degli Abati, che
diventa in tal modo la Variante Appenninica della Via Francigena, congiungendo
Pavia e Bobbio a Pontremoli.
Si stanno prendendo i contatti con i vari enti interessati per arrivare a
pubblicare, anche per il tratto Pavia-Bobbio, una Cartoguida a colori, in scala
1:25000 con l’aggiunta di notizie di carattere storico, artistico ed ambientale
sui territori dei Comuni attraversati, come già per il primo tratto
Bobbio-Pontremoli. Diversi Sindaci hanno commentato favorevolmente
l’iniziativa.
Particolare interessante: la Via degli Abati è stata inserita nella mappa delle
vie storiche della Toscana, quale variante appenninica per raggiungere la
pianura padana. Diventa evidente quindi l’importanza del prolungamento fino a
Pavia della Via degli Abati nel quadro dei percorsi tra Toscana e Lombardia e
verso l’ Europa nord-occidentale..
Camminata nei comuni di Pontassieve, Rufina e Pelago.
Il sentiero della memoria SM è nato dalla collaborazione dei Comuni citati con la Sottosezione del C.A.I di Pontassieve.
Aprendo il link si trova tutto quello che ci occorre.
Posso solo aggiungere che il tratto fatto da noi, Rufina - Consuma, si svolge in un territorio di notevole valore paesaggistico, storico e culturale.
Lungo il percorso tocchiamo tre luoghi degli eccidi avvenuti per mano della furia nazifascista nell'ultimo conflitto mondiale nelle frazioni di Berceto Podernovo e Lagacciolo.
Nel comune di Pontassieve altro luogo della memoria è Pievecchia, che ci proponiamo di visitare in seguito, percorrendo il tratto da Pontassieve alla Rufina.
DESCRIZIONE: Iniziamo
il nostro cammino dalla stazione
ferroviaria della Rufina, da cui usciamo prendendo a sinistra la strada
principale del paese.
Poco
dopo la piazzetta del Comune giriamo a
destra per entrare in piazza Trieste dove c’è l’edicola dei giornali e subito
dopo, attraversiamo diagonalmente piazza
Umberto I.
Seguendo
i segni bianco rossi arriviamo al ponte sul torrente Rufina che attraversiamo
per poi girare a destra.
Continuiamo
dritti accanto al fiume che sta alla nostra destra fino a un bivio segnalato
dove giriamo a sinistra e iniziamo a salire per strada sterrata, che poco dopo
ritorna asfaltata.
Superiamo
alcune case sparse e poi lasciamo l’asfalto per proseguire su viottole di campo
tra gli olivi tenendosi sulla sinistra.
A un certo punto in salita fare attenzione ad un paletto con i segni bianco
rossi perché dobbiamo lasciare il tracciato più evidente per piegare a destra
in leggera discesa in direzione del bosco che costeggiamo risalendo lungo il
campo fino a deviare sulla destra ed entrare nel bosco. Proseguiamo con
continui saliscendi che rappresentano la parte più dura del percorso.
Dopo
poco più di un’ora di cammino arriviamo a S.Gilio, dove possiamo
approvvigionarci di acqua. Aggiriamo il piccolo complesso di case coloniche
abitate e proseguiamo su strada bianca
con altri saliscendi fino ad attraversare un piccolo rio e risalire fino ad un
vigneto chiuso da filo elettrificato. Costeggiamo a sinistra la recinzione passando sul terrapieno scosceso
e disagevole e dopo poche centinaia di
metri scendiamo sulla strada bianca ritrovando i segnali bianco-rossi.
Il
percorso continua in salita fino a incrociare un’altra strada bianca che
prendiamo a sinistra sempre in salita. In alto possiamo ammirare un bellissimo
casolare ristrutturato.
Raggiungiamo
la chiesetta di Pinzano, passiamo davanti a un tabernacolo ed entriamo nel
borgo medievale di Pinzanodove c’è una fonte di acqua.
Usciti
dal borgo prendiamo sulla destra una strada bianca che poi si fa sentiero e
sale nel bosco per poi uscire di nuovo su strada asfaltata.
Seguendo
i segnavia bianco rossi raggiungiamo la Pieve diPomino che superiamo per
girare a sinistra e salire in mezzo alle case fino ad una carrareccia che
prendiamo sulla destra.
Si
arriva così ad un altro grande vigneto che costeggiamo sulla sinistra per poi
arrivare al borgo di Berceto, primo luogo della memoria, dove la furia
nazi-fascista fece strage di civili e di partigiani.
Superato
Berceto attraversiamo sulla sinistra un ponticello dove un cartello ci indica
che siamo sulla Strada Romana dei Fossi. Il percorso, che si inoltra nel bosco,
è fiancheggiato da una via crucis e conduce ad una cappella dedicata a SanFrancesco. Qui ci sono alcune panchine per la sosta e una lapide indica che nei
pressi c’è una fonte d’acqua fatta scaturire dal santo.
Riprendiamo
il cammino sempre in salita fino ad un incrocio: a sinistra la chiesa di S.Maria del Carmine ai Fossi e a destra il sentiero CAI n. 5 che da qui per un bel tratto si sovrappone al
Sentiero della Memoria (SM).
Saliamo
quindi in un bel bosco fino ad un bivio: a sinistra si va direttamente alla
Consuma seguendo il sentiero CAI n. 5; a destra si prosegue sul Sentiero della
Memoria, con il quale si arriva alla S.S. n. 70. La prendiamo sulla destra in
direzione Firenze e poco dopo la si lascia sulla sinistra per proseguire nel
bosco su strada bianca.
Il
Sentiero della Memoria ci conduce prima a Podernovo e poi a Lagacciolo, altri
due luoghi dove nell’agosto del 1944 i nazisti trucidarono le popolazioni
inermi che vi si erano rifugiate.
Da
Lagacciolo, si torna indietro e, riprendendo la salita nel bosco, si arriva in
poco più di mezz’ora alla Consuma seguendo i segnavia SM e CAI n. 6.