Sutri

Sutri
Sutri affreschi chiesa rupestre

sabato 20 dicembre 2014

Il Nostro Mercoledì

BUON CAMMINO 2015 a gli amici del mercoledì, e a tutti quelli che vorranno aggregarsi.
Guido e Giovanna


mercoledì 19 novembre 2014

FILM APUANE SOTTO LE NUVOLE Salviamo le Alpi Apuane.


FILM APUANE SOTTO LE NUVOLE
2015

Difficile dimenticare le Alpi Apuane, per chi ci ha camminato o scalato queste belle montagne rimarranno sempre nel cuore. La tecnologia e la grande richiesta del pregiato marmo, stanno distruggendo questo paradiso sulla terra.


Le Alpi Apuane viste dal Monte Marmagna.

Vi propongo questo filmato, per me è una poesia che tocca nel profondo e dovrebbe far riflettere.
Un ringraziamento a Roberto Grossi che ha creato questo bellissimo film [durata 16'].
Buona visione.




Apuane sotto le nuvole from Guido. on Vimeo.

venerdì 14 novembre 2014

VIDEO sul Cammino de Santiago de Compostela 1963

VIDEO SUL CAMMINO DI SANTIAGO
1963

Nel 1963 avevo solo 17 anni, poi al momento giusto il "cammino" mi ha rapito.

Il video è sicuramente costruito per promuovere il Camino de Santiago, ma comunque emozionante.






domenica 9 novembre 2014

San Polo in Chianti 2014

Nonostante il tempo, il fango, e la fatica a stare ritti, l'anello è stato bello e ci ha regalato una gamma infinita di colori autunnali.
La descrizione è di Luciano Mazzucco presa dal sito di  Cronache di Cammini




SAN POLO IN CHIANTI
9 novembre 2014
Partenza dalle scuole di San Polo dove si può agevolmente lasciare l’auto. Si percorre la strada provinciale in direzione di Firenze per 400 mt e poi si gira a sinistra in via Oliveto. La si percorre per 100 mt circa e al cartello CAI Croce a Trogoli (2 ore) si prende la strada asfaltata a sinistra in salita (via Linari) che porta alle case Linari in discreta pendenza. Si ignorano le strade laterali a sinistra procedendo sempre in salita su strada che diventa sterrata e al casotto dell’acquedotto (costruzione gialla), prendiamo a destra dove troviamo la strada sbarrata da un grande cancello. A piedi lo si può oltrepassare lateralmente e si procede per quasi 2 chilometri su tratto sterrato con alcuni tornanti fino a Case Linari (Km 2,6, alt. mt 440) Arrivati alle case si prende a destra oltrepassando le case e 100 mt dopo si prende la strada sterrata a sinistra che entra e costeggia una vigna (ignorare la strada a dritto sbarrata da una catena rossa). Si procede in salita su questa carrozzabile sterrata con tratti talvolta fangosi. Si arriva dopo 500 mt ad un grande spiazzo (Pian del Pino, alt. mt. 554) dove svettano alcuni capanni di caccia; molto bella qui la vista sulla piana fiorentina. Si procede a destra al bivio che troviamo poco dopo e si procede per circa 400 mt sempre in salita fino alla sommità della collina (alt. mt 603) ad incontrare a T un sentiero in cui prenderemo a destra (segnale CAI sentiero 20). Subito dopo 100 mt si incrocia in obliquo un altro sentiero e si va a sinistra. Siamo ora in zona pianeggiante, in leggera discesa fino al Pian della Vite, (Km. 4,3, alt.mt 585)  dove si trova il rudere di un casolare. Si continua sul sentiero principale, ampio che procede con i saliscendi tipici del crinale ma sostanzialmente in costa restando sui 600 mt circa. Fatto circa 1 km si deve fare una deviazione secca a sinistra come segnalano i segnali bianco rossi invece di procedere a diritto (verso l' azienda agricola Casanova del Guidetto). Si percorre un tratto in ripida salita per 700 mt.su fondo sassoso per riprendere poi il cammino in piano [in pratica è una deviazione per evitare l'azienda agricola]. Si continua sempre in costa fino alla Fonte ai Trogoli dove troviamo un' incrocio di sentieri (km 7,2, alt. 700), a destra si va a C.dei Boschi (sentiero 00, tempo 0,20), mentre  a sinistra si procede verso Poggio alla Croce (sentiero 00, tempo 0,40). Prendiamo a sinistra; la strada sterrata e sassosa  scende ripidamente  con vari tornanti e ci porta all’abitato di Poggio alla Croce dove, attraversata la provinciale sul ponte,  si può fare una sosta ai giardini (km 9,7, alt. mt 490).
(In questo punto la camminata può terminare per coloro che desiderassero accorciare il percorso e tornare alle auto tramite la strada provinciale che in 4 Km riporta al parcheggio dell’auto a San Polo)
Si riparte da Poggio alla Croce attraversando il borgo per la via interna, passando davanti alla chiesa, e si prende la strada asfaltata in lieve salita che porta al cimitero; dopo circa 1 Km siamo alla base della collina del cimitero dove si può scegliere se salire fino alla sommità (alt. 561) e poi scendere per la ripida discesa oppure prendere la strada asfaltata che senza salire aggira la collina  (al bivio che si presenta poco dopo tenere la sinistra, mentre a destra si scenderebbe a Incisa - Loppiano per il sentiero n° 5). Prendiamo la strada “di sotto” aggirando la collina e ritrovando dopo 800 mt  il sentiero che scende dal cimitero e si continua sull'asfaltata per 400 mt. per poi prendere la sterrata a sinistra lasciando l'asfaltata (segnale di divieto di accesso). Inizia una forte salita che costeggia e aggira un grande vigneto (sulla nostra sinistra) portandoci alla sommità della collina Monte Lepri (Km 12,7 alt.mt 609). Si procede in saliscendi fino al lato del Monte Muro (alt.mt 571) e si procede poi per circa 1,6 Km in ripida discesa su sentiero sassoso e sconnesso (grossi solchi scavati dall'acqua) fino ad attraversare il Fosso del Frullino (alt.mt. 362) ed una breve zona pianeggiante. Si risale per 800 mt e quando si incrocia la sterrata in pianura (che a destra porta a Meleto) si prende a sinistra. Si costeggia sulla destra la Villa Il Colto (oppure si può prendere una deviazione sulla destra prima di essa, ma molto sassosa e ripida) e si giunge infine alla località Casa Aiaia, (Km 17,3 alt mt  471) crocevia di sentieri ( a destra si va a Fontesanta, a diritto a Poggio ai Mandorli ), dove prendiamo a sinistra la strada che scende (con due tornanti) in 1,5 Km fino alla chiesa di San Miniato di Rubbiana . La strada è ormai asfaltata e senza problemi in 1,6 Km di discesa si arriva a San Polo, alla provinciale (km 20,4.)

CARTA NUOVA: DreAM  04 - FIRENZE CHIANTI FIORENTINO e VAL di PESA
ORE CAMMINO: 8       KM: 19,7
DIFFICOLTA: E
DISLIVELLO: m 718       ALTIMETRIA MASSIMA: m 705       ALTIMETRIA MINIMA: m 226



mercoledì 5 novembre 2014

Un'antica strada romana tra Bagno a Ripoli e Rignano

ANTICA STRADA ROMANA TRA BAGNO A RIPOLI E RIGNANO
maggio 2012

La scoperta di Alessio Salvini, appassionato di archeologia
Sulla pagina Facebook VIANDARE della Compagnia dei Pellegrini Erranti 
ho trovato una notizia che per molti pellegrini che si interessano di "vie storiche" non è una novità.
Questo articolo datato maggio 2012, è rivolto a chi ne vuole sapere di più.



C’era un’antica strada romana che collegava Bagno a Ripoli a Rignano e forse il suo proseguimento permetteva di percorrere in poco tempo il tragitto Fiesole-Arezzo. Potrebbe essere la via militare che il console Caio Flaminio fece costruire nel 187 a.C. - quando Firenze ancora non esisteva - per accelerare i collegamenti tra nord e sud.
Ne è sicuro Alessio Salvini, un appassionato di archeologia da 30 anni, che sta dedicando il proprio tempo libero alla scoperta di un pezzo di storia da approfondire e tutelare.
Percorrendo più volte questa direttrice viaria e facendo dei saggi, anche con gli studenti dell'Università di Firenze, Salvini è riuscito a individuare numerosi tratti di questa presunta strada romana che seguono tutti una stessa rettilinea con solo 3 tornanti verso Arezzo per circa 9 chilometri e tutti hanno la medesima caratteristica: sono larghi 2,36 metri, ossia 8 piedi romani, cioè la misura minima imposta per la costruzione delle strade romane extraurbane per permettere lo scambio di due carri da trasporto. In alcuni punti ci sono degli scoli per l'acqua piovana, in altri accorgimenti per evitare lo scivolamento degli zoccoli dei cavalli nelle zone di pendenza.

Alcuni tratti sono ben conservati – spiega lo studioso per passione -, come 300 metri di strada lastricata che collega il cimitero di Bagno a Ripoli con la vecchia chiesa di Santa Maria a Quarto. Altri invece sono rimasti sepolti e per trovarli abbiamo dovuto effettuare dei saggi. In altri punti poi i tratti sono messi in costante rischio dal passaggio di trattori e cingolati.  
L’esistenza di un’antica strada romana è ancora oggi tramandata oralmente dagli anziani ripolesi e quando l’Arno è in secca ben si vede una pigna all’altezza del Girone che probabilmente sosteneva uno dei tanti archi del ponte con il quale la via attraversava il fiume. Che si tratti dell’”antico ponte de’ fiesolani” citato dal Villani, cronista fiorentino del ‘300?
Non solo: lungo il tragitto all’altezza di Casa La Noce ci sono anche dei resti che potrebbero far pensare a un antico insediamento. Qui Salvini ha trovato una moneta del II secolo a.C., ora conservata in Soprintendenza.
Lo studioso è anche riuscito a unire delle antiche mappe del ‘700 e a ricreare graficamente quella che potrebbe essere l’antica via. “Vorrei fare anche un’indagine subacquea in Arno per trovare e studiare altre pigne del ponte” dice. Il suo obiettivo è continuare gli studi sulla strada, tutelarla, fare degli scavi nell’insediamento per accertare la datazione e una nuova pubblicazione dei suoi studi. Il tutto per proteggere quello che potrebbe essere un pezzo di antica e preziosa storia italiana che passa da Bagno a Ripoli







domenica 2 novembre 2014

Camino de San Salvador da León a Oviedo maggio 2014

VIDEO CAMINO DE SAN SALVADOR da LEON a OVIEDO
MAGGIO 2014

Bruno: amico e pellegrino di lunga data, mette sul web dei video fotografici di grande impatto emotivo. Voglio condividere con voi uno dei suoi ultimi cammini 
Il Camino de San Salvador" da Leon a Oviedo.
Grazie Bruno e "siempre buen camino".









giovedì 30 ottobre 2014

Camogli San Fruttuoso Portofino Traversata




CAMOGLI SAN FRUTTUOSO PORTOFINO
30ottobre 2014

Quando inizia la stagione fredda niente di meglio che una camminata al mare....e che mare.
La giornata bellissima e i panorami nitidi, cosa si vuole di più.
Lasciamo l'auto vicino alla stazione di Camogli e iniziamo il nostro percorso seguendo le indicazioni S. Rocco.

Il sentiero che sale a S. Rocco è immerso tra muretti a secco e uliveti, si arriva sul piazzale della chiesa in circa 35 minuti, dove si può ammirare un panorama mozzafiato.
Nel 2010 accanto alla chiesa c'era una curiosa statua di un cane a ricordare quello che guarì S. Rocco dalla ferita alla gamba, ora non c'è più o forse l'hanno spostata, noi non l'abbiamo trovata.
Da qui iniziano vari percorsi che attraversano il monte di Portofino. Noi abbiamo scelto di percorrere quello più facile: Galletti - Sella Gaixella - Pietre strette  e da qui scendere a San Fruttuoso.[visita alla basilica da non perdere €.5 ].
Dopo una pausa "panino" sulla spiaggia sassosa di San Fruttuoso ripartiamo e in ripida e faticosa salita arriviamo a Base "0". Prima di lasciare questo punto fate una leggera deviazione al punto panoramico ne vale la pena. Continuiamo in piana sul sentiero che costeggia dall'alto il mare.....ci sono punti panoramici bellissimi. Arriviamo in località Prato e scendiamo ripidamente a San Sebastiano e infine a Portofino.
Da Portofino parte un bus 782 che ci porta in circa 10' a Santa Margherita Ligure, proprio alla stazione dei treni, treno che in circa 10' ci riporta a Camogli.

CARTA: F.M.B Bologna TIGUGLIO 1:25000
ORE CAMMINO *: 7        KM: 10,8
DIFFICOLTA: E
DISLIVELLO: m 741        ALTIMETRIA MASSIMA: m 449        ALTIMETRIA MINIMA: m 4


LOGISTICA * Da Firenze partire alle 6:30 ore 2,30 di autostrada fino a Camogli. Ore di cammino effettivo 5 più 2 ore soste, compreso panino e visita alla Basilica di San Fruttuoso.
Da Portofino prendere il bus linea 782  che porta a Santa Margherita Ligure.
Da qui prendere il treno per Camogli [vedi orario FS Italia]

Buon Cammino pellegrino: a proposito di pellegrini, nella visita alla Basilica di San Fruttuoso esposte in una teca  due conchiglie di antichi pellegrini del XIII secolo.






domenica 26 ottobre 2014

Pieve di San Giorgio a Brancoli


  ingresso laterale

PIEVE DI SAN GIORGIO A BRANCOLI
23 ottobre 2014

La nostra bella Italia non finisce mai di stupirci. Ecco una chicca che non mi sarei mai immaginato di trovare sperduta sulle prime colline in Garfagnana ancora comune di Lucca.
Da tanto tempo avevo sentito parlare di questa Pieve sperduta tra i monti. Nel solito giorno della visita alla mostra su Modigliani a Pisa e una puntatina a "Bocca d'Arno", al ritorno abbiamo preso la palla al balzo e siamo andati a visitarla.
Come molte opere d'arte l'apertura è fatta da persone volontarie abitanti nella zona. La nostra visita è stata possibile solo per la volontà di queste persone nella fattispecie l'angelo quotidiano con le chiavi, Alessandro (presidente di un Circolo Ricreativo della zona) a cui va il nostro grazie di cuore.
Il cellulare da chiamare per farsi aprire la Pieve è: 3285331903. (meglio avvertire prima).

LOCALITA: Pieve di Brancoli - Lucca
L´edificio costituisce, insieme alla chiesa di S. Alessandro di Lucca e alla Pieve di Valdottavo, uno degli esempi più alti e significativi del nuovo linguaggio architettonico e figurativo della metà dell´XI secolo, caratterizzato dalla ripresa di moduli stilistici paleocristiani. Eccezionalmente ben conservato, mantiene ancora gli altari, pulpito e fonte battesimale originali: per tali motivi è stato inscritto già nel 1876 negli elenchi dei monumenti nazionali.

NOTIZIE STORICHE
La più antica menzione dell´assunzione alla dignità di pieve di S. Giorgio a Brancoli risale al 1097, anche se le fonti ne certificano l´esistenza in qualità di chiesa dipendente dalla pieve di Sesto a partire dal 772 fino alla prima metà dell´XI secolo. La suddivisione del più antico vasto piviere è certamente da mettere in relazione con la particolare importanza assunta in questo periodo dalla Brancoleria che dovette vedere un deciso sviluppo demografico, tale da rendere insostenibili i disagi della popolazione, costretta ad attraversare il fiume per raggiungere la vecchia pieve di Sesto.

Nella seconda metà del secolo si assiste certamente in Brancoleria alla nascita e al riassetto di numerose istituzioni religiose come la fondazione di una canonica a S. Michele di Tramonte, la riconsacrazione di S. Maria in Piazza. Queste iniziative sembrano attestare una particolare attenzione riservata a questa area nell´ambito della fervida attività di riforma spirituale promossa dal vescovo Anselmo da Baggio, divenuto poi papa col nome di Alessandro II, e da Matilde di Canossa, che usava risiedervi.

Nell´"Estimo" del 1260 dalla Pieve di S. Giorgio dipendono, diverse chiese distribuite sulle pendici collinari, tutte nate entro piccoli insediamenti mentre la Pieve rimane isolata, in posizione baricentrica.
Il paramento murario a grandi blocchi marmorei disposti a filari alternati e inquadrati alle estremità da paraste angolari, le rigorose proporzioni e l´impiego di colonne monolitiche sormontate da capitelli neo-antichi testimoniano l´appartenenza di questo edificio al nucleo di architetture rinnovate da Alessandro II in coerenza con i suoi principi riformatori.

L´interno conserva l´originario apparato scultoreo, tra cui il rarissimo altare su colonnini, dovuto ad una maestranza di alto livello da cui emerge il nome di Raito , firmatario per ben due volte dell´acquasantiera con protomi (purtroppo recentemente rubata).
Appena di poco posteriori sono il fonte battesimale e l´ambone a cassa sorretta da leoni stilofori dovuti a quel gruppo di maestranze lombardo-lucchesi note con il nome convenzionale di Guidi attivi a Lucca tra la fine del XII e l´inizio del XIII secolo.

Da segnalare anche la presenza di una croce dipinta del XIII secolo, nell´abisde, e di una estesa decorazione a fresco nella navata sinistra di cui è ancora leggibile una Annunciazione di fine Trecento attribuita a Giuliano di Simone. La chiesa conserva anche una terracotta invetriata di scuola robbiana, raffigurante San Giorgio.




sabato 25 ottobre 2014

Mostra dedicata ad Amedeo Modigliani presso Palazzo Blu a Pisa.

MOSTRA SU MODIGLIANI PALAZZO BLU PISA
ottobre 2014

Giovedì scorso siamo ritornati a Pisa, dopo Le Navi antiche, è stata la volta di una bella mostra su Modigliani.
"A 130 anni dalla nascita, Amedeo Modigliani torna ora in Toscana: non nella natia Livorno, ma al Palazzo Blu di Pisa dove, dal 3 ottobre al 15 febbraio del prossimo anno, sarà in mostra una ricca e attenta selezione di sue opere provenienti dal Centre Pompidou e dal Musée dl'Orangerie di Parigi, insieme a magnifici capolavori provenienti dalle principali collezione pubbliche e private, italiane e straniere."
Per gli amanti della pittura è una mostra da non perdere.
Se potete è preferibile visitarla nei giorni feriali, le sale del Palazzo Blu non sono molto grandi.




Per ulteriori informazioni apri l'immagine sotto.





venerdì 24 ottobre 2014

Via degli DEI: dalla Futa ai prati del M. Luario


  
APRI LE FOTO

VIA DEGLI DEI TRATTO LA FUTA PRATI DI M.LUARIO
24 ottobre 2014

Quanti ricordi su questa via quando da Bologna arrivammo a Fiesole, era il 2011 insieme a Giovanna e tre amici: uno dei tre era la mitica Vera. Sensazioni bellissime nel calpestare il selciato romano ancora ben evidente in più punti della via.
Mercoledì abbiamo rifatto un bel tratto della terza tappa, che nel verso giusto parte da Madonna dei Fornelli per arrivare al posto tappa del Monte di Fò. Questa volta ci siamo limitati a partire dal passo della Futa per arrivare ai magici prati che sovrastano il M. Luario e ritornare a ritroso alla Futa.
Il percorso è ben segnalato, unico neo di oggi: il fango che è presente in molti tratti del percorso. 

CARTA NUOVA: DreAM 01 - APPENNINO FIORENTINO 1:25000
ORE CAMMINO: 6,30       KM:14,9
DIFFICOLTA: E
DISLIVELLO: m  576      ALTITUDINE MASSIMA: m  1026      ALTITUDINE MINIMA: m 921






Per i possessori di Apple e Android possono scaricare gratuitamente l'App "Via degli Dei" 
in lingua italiana e inglese.





lunedì 20 ottobre 2014

Le antiche navi di Pisa



Cassetta del marinaio (conteneva monete e attrezzi per medicazione, acciarino.


LE ANTICHE NAVI DI PISA
19 ottobre 2014

Nel 1998, poco fuori l'antica cerchia delle mura di Pisa, verso il mare, le Ferrovie iniziarono lavori di scavo a fianco della stazione di Pisa San Rossore. Immediatamente emersero oggetti di legno di cui gli archeologi compresero l'eccezionale importanza. Il MIBAC, in accordo con la Rete Ferroviaria Italiana, iniziò subito una indagine archeologica nell'area. A circa tre metri di profondità emerse una impressionante serie di relitti di navi; in pochissimi mesi ne furono individuate 16. Ad oggi fra integre e frammentarie sono almeno una trentina.
Si aprì quindi un grande cantiere di scavo ancora in corso che, dopo le prime iniziali necessità di tutela dei relitti, lavora ora sul recupero, consolidamento e restauro di questi preziosi ritrovamenti e del loro carico.
Ieri, domenica 19 ottobre, siamo stati a visitare il cantiere archeologico e il piccolo museo dove si possono ammirare, purtroppo, soltanto alcuni reperti più significativi, perché gli straordinari relitti e l'imponente mole di reperti ammassati nei magazzini sono da tempo in attesa di essere trasferiti negli Arsenali Medicei di Pisa per diventare il museo dell' archeologia marina  più importante del mondo.






giovedì 16 ottobre 2014

Cenacolo di Andrea del Sarto a San Salvi




CENACOLO DI ANDREA DEL SARTO
settembre 2014

"Camminare" è anche riscoprire tesori nascosti della tua città.
Da molto tempo desideravo visitare il Museo del Cenacolo in via San Salvi vicino alla chiesa.
Come ogni cosa il giorno è arrivato ed essere di fronte  all'affresco di Andrea del Sarto mi ha lasciato senza fiato.
Firenze ha molti tesori sconosciuti anche ai residenti e riscoprirli è sempre piacevole....ti fa sentire più vicina la tua città.



Lavabo di Benedetto da Rovezzano

lunedì 13 ottobre 2014

Anello Gaiole Badia di Coltibuono





Domenica 12 agosto 2014 abbiamo percorso un anello con gli amici di Rignano sull'Arno in Compagnia dei Pellegrini Erranti.
L'anello nella prima parte l'avevamo già percorso, nel particolare: Gaiole, Vertine, San Donato in Perano fino alla provinciale asfaltata che prendendo a destra ci porta alla Badia di Coltibuono.

GAIOLE BADIA COLTIBUONO PER M. QUERCIOLA
12 agosto 2014

DESCRIZIONE di come si arriva al punto di partenza da Firenze
Si prende la Firenze Siena e si esce a San Donato, si passa il paese e a Pietra Cupa si gira a sinistra per Sicelle,  da qui si scende e si prosegue per Lucarelli, continuando  si arriva Gaiole.

DESCRIZIONE
Lasciamo l'auto al parcheggio di Gaiole in Chianti e in prossimità della chiesa prendiamo il sentiero n.50 su asfalto, raggiungendo poco dopo il borgo di Vertine. Il borgo è ben ristrutturato compreso il suo castello. In passato doveva essere fortificato: a testimonianza  un porta d'ingresso al borgo.
Il paesaggio inizia ad aprirsi sulla campagna e sul paese di Radda, che si vede in lontananza.
Continuando con strada bianca, arriviamo al borgo di S. Donato in Perano e alla Cappellina delle Fonti, poco dopo raggiungiamo la strada regionale asfaltata, che prendiamo a sinistra
e subito dopo a destra per carrareccia in discesa sentiero C.A.I. n.50 ma di segnalazioni neanche l'ombra.
La carrareccia ci fa scendere diversi metri di dislivello, considerando che il percorso non è panoramico e sapendo che dovevamo risalire fino a quota m.816 del M. Querciola sullo 00, la cosa non ci ha fatto molto piacere. Il caldo afoso della giornata ci ha messo a dura prova. A parte questo piccolo problema, la giornata è stata piacevolissima e i partecipanti hanno reagito molto bene: è un gruppo "godereccio" dove l'allegria non manca.  
Ritorniamo al percorso, scendiamo col sentiero n.50 fino a trovare il torrente con il Molino di Selvole [ruderi], saliamo fino al borgo di Selvole e seguendo sempre il n.50 continuiamo in falso piano fino a trovare a destra [località. Canna] il sentiero n.52...anche qui niente segnalazione. Lo seguiamo in salita fino a case Pescinale dove giriamo a destra sempre in salita. Siamo immersi in un bosco di Castagni ormai inselvatichiti, arrivati al Pian del Ciliegio [quota m.710] prendiamo a destra il segnavia n.00 che sempre in salita ci porta in sequenza al M. Querciola m.816, al M. Maione m.812, per poi iniziare a scendere, fino a trovare sulla sinistra [fare ATTENZIONE] il sentiero sempre n.00 che seguiamo fino alla Badia di Coltibuono. Dopo una interessante ed esaustiva spiegazione sulla Badia ripartiamo e, arrivati alla strada provinciale, giriamo a destra e poco dopo a sinistra per larga carrareccia, indicazioni per Riecine che seguiamo fino a Gaiole.

CARTA: Multigraphic CHIANTI CLASSICO 1:25000
ORE CAMMINO: 7       KM: 19,4
DIFFICOLTA: E
DISLIVELLO: m  709      ALTIMETRIA MASSIMA: m  802      ALTIMETRIA MINIMA: m 355

TRACCIA GPS






giovedì 2 ottobre 2014

Santuario Madonna delle Grazie al Sasso


MADONNA DEL SASSO
28 settembre 2014
 Acqua a catinelle, ma i soliti intrepidi del mercoledì  sono usciti ugualmente per una visita   particolare.
 DESCRIZIONE
La Madonna delle Grazie era un ex-voto [lo dimostrerebbero le piccole dimensioni: 60x35] dipinto intorno al 1490. Essa è attribuita alla scuola o tecnica detta "del Ceraiolo", e più precisamente a Giovanni Bonintendi. I due santi raffigurati sarebbero S. Giovanni Battista e S. Leonardo Diacono. La cornice è di G. Gherardi (1846). Questo dipinto, stando ad un’ipotesi desumibile dall’inventario del 1515, fu forse donato dai Servi di Maria della SS. Annunziata all’Opera del Sasso in occasione della festa di inaugurazione del 1504. Dalla sala del consiglio, la tavola fu trasferita sull’altar maggiore, al posto della "Madonna con quattro santi" che fu collocata al suo posto nella suddetta sala.

L'area detta del Sasso fu probabilmente sede di riti agrari fin dall'età romana. Nell'Alto Medioevo vi si rifugiarono degli eremiti che, intorno al Mille, vi costruirono un piccolo oratorio.
Una tradizione, purtroppo non documentabile, vuole che, in precedenza, nell'anno 800 circa, alcuni monaci benedettini irlandesi, di ritorno dal pellegrinaggio a Roma, stabilendosi nella zona, ereggessero un tabernacolo in onore della Beata Vergine Maria. Secondo la tradizione il monaco che con le sue stesse mani costruì, a fianco della propria cella, il tabernacolo, detto poi dell'Eremita, sarebbe stato S. Andrea di Scozia, fratello di S. Brigida, la santa alla quale è legata l'origine dell'omonimo paese situato non lontano dal Sasso.
Fu proprio nei pressi di questo tabernacolo, accanto al piccolo oratorio, in questo luogo sacro da millenni, che la Vergine Maria volle apparire, il 2 luglio 1484, alle sorelline Ricovera, umili pastorelle che, per ottenere la guarigione del babbo moribondo, erano salite per pregare la Vergine davanti alla Sua Immagine custodita nell'antico tabernacolo. La Madonna, apparendo, restituì la salute al padre morente e, contemporaneamente, chiese alle pastorelle "di far sapere a Firenze al Clero e  al Popolo che la loro Madre celeste invitava tutti a ritornare a leggere e meditare il Vangelo”. La Madonna inoltre, rivolgendosi alle giovinette e anche al miracolato babbo Giovanni Ricovera, invitò a costruire sul Sasso una chiesa più ampia dell'Oratorio esistente "perché - avrebbe promesso la Vergine santissima - qui mi piace essere venerata e da qui effondere grazie su quanti me le chiederanno".
 Vi furono altre apparizioni della Madonna: in particolare, va ricordata quella del 22 agosto 1485, detta Grande Apparizione, in cui la Vergine volle mostrarsi a tutto il popolo, radunato in preghiera con le sorelline Ricovera davanti al tabernacolo, per confermare i messaggi trasmessi dai Ricovera. La Grande Apparizione permise di superare tutti gli ostacoli e le opposizioni di ogni specie che rallentavano la realizzazione del tempio, cosicché, dopo aver organizzato la raccolta di offerte e il trasporto del materiale, il 2 luglio 1490, sesto anniversario della prima apparizione, poterono iniziare i lavori con la posa della prima pietra. Furono ultimati in pochissimo tempo, agli inizi del sec. XVI, con la collocazione, sotto la mensa dell'Altare Maggiore, di una porzione della roccia sulla quale era stata vista apparire la Madonna.
L’occhio di chi arriva al santuario è subito attratto dall’elegante loggiato secentesco che si snoda, formando un angolo retto e posa i suoi archi ribassati su dieci colonne di pietra arenaria. Soltanto un’arcata è a tutto sesto: quella di fronte alla chiesa, che ne lascia intuire la struttura originaria che si affacciava sobria, con il suo atrio “toscano” ad una sola arcata, sul verde e arioso prato, affiancata, alla distanza di tre metri, dall’agile campanile che allora sembrava sbucasse dalla cruda roccia del Sasso.La zona di rispetto, il prato antistante la chiesa cinto dal lato di accesso da un muro, fu istituita alla fine del ‘500 per opera del ven. Bernardino da Firenze. Nei secoli, sopra il loggiato, furono costruite alcune stanze destinate a l'accoglienza dei pellegrini. I locali si ampliarono fino ad assumere l’aspetto odierno con gli ultimi lavori compiuti nel 1838.
L’impianto della chiesa risale alla fine del ‘400. Entrando, sul fondo si staglia il grande altare maggiore (1504 ca.), in pietra serena, che ha al centro una nicchia ospitante una statua lignea, di recente fattura, raffigurante la Vergine del Vangelo. Alla base dell’altare, entro un sarcofago di marmo intarsiato, il Sasso sul quale le pastorelle videro la Madonna.L’altare subì delle modifiche nel 1702, con l’aggiunta delle colonne laterali e l’innalzamento allo stato attuale.A sinistra, prima del presbiterio, si apre la cappella dell’Eucarestia dove è collocata, sopra il tabernacolo, l’immagine quattrocentesca raffigurante la Madonna col Bambino e Santi che si trovava nel primitivo oratorio. Sulle pareti laterali della chiesa si trovano alcune tele: a sinistra Madonna con santi del Vignali (1621) e il Transito di S. Giuseppe di autore ignoto (sec. XVII), mentre a destra abbiamo S. Isidoro d’ignota mano secentesca, e una Crocifissione del Velio (1600).
Sulla volta della chiesa campeggia un grande dipinto del pittore fiorentino Paolo Sarti raffigurante un’apparizione della Madonna. Attraverso gli archetti sulla destra prima del presbiterio, o dal corridoio museale che parte dal loggiato esterno, si accede alle scalette che conducono alla cappella inferiore, luogo delle apparizioni della madonna alle pastorelle. Questa cappellina comprende il primitivo tabernacolo e l’altare con la venerata immagine della Madonna delle Grazie.

domenica 28 settembre 2014

Lago Santo Parmense M. MARMAGNA




LAGO SANTO PARMENSE M. MARMAGNA
28 settembre 2014

Per descrivere il monte Marmagna al lago santo parmense, non ci sono parole, bisogna camminarci sopra per avere quelle sensazioni che un camminatore sente dentro di se.
Negli ultimi anni abbiamo cercato di farlo scoprire ai nostri amici, venerdì scorso, con grande piacere è stata la volta della Vera e Carlo.
Chi li conosce sa che sono camminatori instancabili e veri pellegrini.
Dal lago per tornare a Lagdei al posteggio abbiamo fatto la panoramica ma sinceramente per me è meglio il bosco con i suoi bellissimi faggi, che ancora non erano al massimo della colorazione dorata del periodo autunnale, ma tanto basta per meravigliarci. Sembrava di essere immersi in un mondo fiabesco.

CARTA:
ORE CAMMINO: 6       KM: 7,6
DIFFICOLTA:
DISLIVELLO: m  632      ALTITUDINE MASSIMA: m 1847        ALTITUDINE MINIMA: m 1247










2014 M. Marmagna con Vera e Carlo 26 settembre from Guido. on Vimeo.

lunedì 22 settembre 2014

Sambuca Val di Pesa Badia Passignano


SAMBUCA VAL DI PESA  BADIA A PASSIGNANO [CORTO]
22 settembre 2014

DESCRIZIONE di come si arriva al punto di partenza da Firenze
Superstrada Firenze Siena, si esce a Tavarnelle e si segue le indicazioni per Sambuca Val di Pesa.

DESCRIZIONE
Lasciamo l'auto al posteggio di via f.lli Roselli lungo il fiume Pesa, ci dirigiamo verso il "Masso di Particino" poco dopo prendiamo a sinistra la carrareccia in salita seguiamo fino a un tabernacolo, prendiamo a sinistra e subito dopo a destra sulla strada asfalto che porta alla Badia a Passignano. Dopo una inaspettata visita della Badia con il Parroco, che gentilmente ci ha spiegato a grandi linee la storia della Badia e le opere che contiene, ripartiamo girando a destra sulla strada di Poggio al Vento. Arriviamo a un tabernacolo posto su un largo spiazzo,visto il numero elevato di partecipanti ci è sembrato ottimo per la sosta pranzo. Poco dopo  a Rignana (ristorante bar) i soliti drogati si sono fatto un caffè. Continuiamo fino ad arrivare a un bivio, prendiamo a destra per sentiero in discesa che ci porta al fiume Pesa.
Giriamo a destra, poco dopo troviamo una sbarra e un ponte sulla Pesa che attraversando ci porterebbe a San Donato. Noi continuiamo a diritto seguendo il percorso lungo fiume fino a trovare la cappella di San Giovanni Gualberto e poco dopo sulla sinistra rivediamo il "Masso di Particino" . Continuiamo fino a ritrovare il posteggio, concludendo in bellezza il nostro anello.

CARTA: DreAM  04 - FIRENZE CHIANTI FIORENTINO e VAL di PESA
ORE CAMMINO:  5,40      KM: 13,7
DIFFICOLTA: E
DISLIVELLO:  m 302      ALTIMETRIA MASSIMA: m 398        ALTIMETRIA MINIMA: m 190






Pedate del cavallo di San Giovanni Gualberto
Questa leggenda, ancor oggi raccontata con vivaci particolari dal popolo, è legata alla storia di San Giovanni Gualberto.
Il santo, nato in questa zona intorno all'anno mille, fattosi monaco dopo l'episodio dell'eroico perdono dell'uccisore del fratello fondatore di Vallombrosa e di numerose altre Abbazie e fustigatore del malcostume del tempo negli ultimi anni della sua vita si ritirò nella Badia di Passignano dove è sepolto nella chiesa di S. Michele Arcangelo.
La leggenda racconta che il santo, ormai anziano, era solito scendere a cavallo dalla Badia verso il Molino dell'Abate, dove incontrava i contadini della zona per confortarli, benedirli e lenire cosi i loro dolori. Proprio durante uno di questi spostamenti Giovanni Gualberto avrebbe incontrato il diavolo, e il suo cavallo sarebbe caduto a terra dallo spavento, lasciando impresse nella roccia le impronte dei ginocchi e degli zoccoli, ancora oggi visibili.
[dal WP 014. a destra per 1300 metri].

Masso di Particino
Questo grosso blocco di pietraforte è detto masso di Particino per la vicinanza, sull'altra sponda della Pesa, dell'antico molino di Particino e la sua presenza è collegata alla storia di San Giovanni Gualberto vissuto in questa zona nell'XI secolo.
Secondo la tradizione, ancora oggi con vivaci particolari narrata dal popolo, mentre il santo fondatore di Vallombrosa si riposava, il diavolo che stava sulla collina, gli scagliava contro dei grossi massi- di cui questo è il più grande- che il santo fermava e faceva scendere piano piano fino a terra.
La leggenda vuole che oltre a questo, anche gli altri massi visibili lungo la strada che porta al Molino dell'Abate, e gli altri affioranti dal pendio sopra e attorno alla cappella di San Giovanni Gualberto, siano fra quelli lanciati contro il Santo.


giovedì 18 settembre 2014

Sentieri di Toscana ( Pelago )




PELAGO: PALAIE PELAGO DIACCETO
17 settembre 2014

Sul sito dedicato è possibile scaricare e fare molti anelli. Con il gruppo del mercoledì abbiamo già percorso il tour delle ville che vi consiglio di fare perché è molto bello [apri la mia descrizione del 13 marzo 2014 ].
Ieri, mercoledì 17 abbiamo camminato su un altro anello quello delle Palaie Pelago Diacceto Palaie .Non starò a descriverlo visto che, aprendo il sito ci sono tutte le informazioni necessarie compreso le tracce per chi possiede già uno strumento GPS.

ALCUNE RIFLESSIONI: l'anello non è facilmente individuabile, nessuna segnalazione nei punti che invece sarebbero necessari. La segnalazione esistente è stata coperta dal bosco e non è più visibile. Il tratto più incriminato e quello che da Le Palaie passa da Pomigliano e prosegue per Pelago, solo seguendo la traccia gps è stato possibile arrivare a Pelago. Il secondo tratto da Pelago per Diacceto e ritorno a Le Palaie è abbastanza segnalato.

Guardate il punto che nella descrizione dice: "scendiamo sul torrente Vicano, dove si trova un ponticello [diramazione sentiero 16A] Si continua sul sentiero n.11 che lasciato il torrente sale dritto verso il castello di Pelago" 

CARTA NUOVA: DreAM 03 - FIRENZE e VAL di SIEVE
ORE CAMMINO: 5,30       KM: 12,7
DIFFICOLTA: E
DISLIVELLO: m 465      ALTIMETRIA MASSIMA: m 499     ALTIMETRIA MINIMA: m 140






domenica 31 agosto 2014

Amiata e dintorni da Paola e Romolo

Ospiti di Paola e Romolo nella casa dell'Amiata, abbiamo passato alcuni giorni Full Immersion nella storia e nella cultura maremmana. Ogni giorno è stata una gradita sorpresa.
Oltre alle foto, qualche nota....le più significative per cercare di coinvolgervi.


Sovana Parco Archeologico "tomba dei demoni alati"


AMIATA E DINTORNI da PAOLA E ROMOLO
AGOSTO 2014

LUOGHI VISITATI
01 Arcidosso, posta sul versante occidentale del monte Amiata,  è un centro di villeggiatura (m 679). Ottimo per eventuali escursioni sul monte Amiata. A circa tre chilometri, da visitare con calma, la bella Pieve di Lamula**. Si ricorda fin dalla metà del IX secolo, un importante centro religioso e amministrativo, Nel 996 ricevette il previlegio del Fonte Battesimale.
Il tempio è a tre navate concluse da absidi e spartite da colonne di varia sezione che sorreggono direttamente la struttura in legno del tetto. Si nota una notevole diversità tra la parte presbiterale relativa all'ultima campata scandita da pilastri cruciformi, tipici dell'ultimo romanico della metà del XII secolo e il resto dell'edificio, che ha subito una ristrutturazione nella seconda metà del Duecento a seguito di un incendio (a 1265).
L'edificio fu ristrutturato nel periodo barocco, restauro del quale non c'è più traccia, dopo gli interventi del 1935 - 1943.
Straordinari capitelli di uomini in lotta con alcune belve.  Nel primo pilastro a destra si trova una iscrizione in latino che dice: "Nell'anno del signore 1268,mese di giugno, al tempo del Re Carlo I, Paganuccio restaurò questo tempio.

02  Santa Fiora** ....sulla facciata della chiesina di San Giuseppe una lapide recita un verso dantesco: e vedrai Santafior com'è sicura. (in realtà il verso dovrebbe suonare così : e vedrai Santafior com'è oscura. (Purgatorio C VI-V. 111). Delizioso borgo pieno di storia. Via del fondaccio impreziosita da due portali con bassorilievi medioevali raffiguranti scene di caccia al cinghiale con lance (sec. XIII).
Casa natale di Ernesto Balducci padre scolopio operante a Badia Fiesolana, simbolo della cultura della pace in Italia, fu un intellettuale, scrittore e editore (1922 - 1992)
Pieve delle SS. Flora e Lucilla (sec. XIV) carattere architettonico romanico gotico, facciata a capanna ed elegante rosone in travertino. L'interno conserva una pregevole collezione di ceramiche robbiane uno dei rari esempi di arte fiorentina nell'aria amiatina, artisticamente e culturalmente terra senese. La Peschiera possibile vivaio di trote degli Aldobrandeschi, formato dalle sorgenti chiare ,gelate che scaturiscano tra il verde dei castagni. In seguito divenne parco giardino degli Sforza. 
Selva percorsi a piedi delle Fonti di Selva. Da scoprire con calma la leggenda del Drago.
detto popolare legato alla leggenda: 
Nell'acqua corrente
ci beve il serpente
ci beve il buon Dio
ci posso bere anch'io.

03 Sovana** Parco Archeologico sito di grande rilevanza archeologica. La parte più importante della necropoli etrusca si trova a nord di Sovana città sulla collina del torrente Calesine dove possiamo raggiungere con percorsi immersi nella fitta vegetazione, le tombe monumentali a fronte colonnata come la tomba Pola, la tomba Ildebranda, la tomba a edicola del Tifone e ultima in ordine di scoperta la tomba dei Demoni Alati.
A poca distanza nel settore detto Sopraripa, si trovano le tombe a dado, semidado, falsodado, e la tomba a edicola della Sirena. Oltre ai monumenti sepolcrali la necropoli è caratterizzata da numerose vie cave tra le più grandiose e suggestive della zona: il  Cavone,  San Sebastiano (attualmente non percorribile) ,e Poggio Prisca. Interessante la visita a Sovana città.

04  Sorano**. S. Rocco così chiamata per la presenza di una piccola cappella posta all'ingresso dell'insediamento e dedicata al Santo. San Rocco si presenta come un enorme terrazza panoramica immersa nel verde dalla quale è possibile ammirare il borgo medioevale di Sorano cinto da profondi burroni. Dopo due chilometri la Città di Sorano si presenta dominata dalla poderosa Fortezza realizzata dagli Aldobrandeschi ed ampliata successivamente dai Conti Orsini. Il complesso consta di un mastio centrale e due bastioni angolari (S. Pietro e S. Marco) collegati tra loro da camminamenti sotterranei oggi visitabili. Nel nucleo più antico della Rocca ha sede il Museo del Medioevo e del Rinascimento punto di partenza per le visite guidate alla parte bastionata della Fortezza. Il Masso Leopoldino si raggiunge con una discreta salita fra i vicoli del borgo ma la fatica vale il bel panorama che si può vedere dalla terrazza sommitale. 

05  Pitigliano* sede Vescovile cittadina pittoresca sopra uno sperone tufaceo fra profondi burroni Fu per secoli capitale di una contea degli Orsini. Da vedere: Acquedotto cinquecentesco e il grandioso Palazzo Orsini e il borgo medioevale con il caratteristico "Ghetto Ebraico"  oggi visitabile.

06  Acquapendente** sede Vescovile, cittadina agricola del Lazio settentrionale, situata sul margine d'un ripiano alla destra della valle del Paglia, lungo la via Cassia. Ci passa la via Francigena. Da non perdere la visita al Duomo fondazione romanica (sec.XII) con la magnifica cripta (sec. IX) con volte a crociera su colonne dai ricchi capitelli e affreschi duecenteschi, da essa si scende a un sacello detto appunto Santo Sepolcro**.

07  Bolsena** cittadina  sul bellissimo lago omonimo, passaggio della via Francigena.
Da non perdere il bellissimo borgo vecchio che sale fino al Castello e la chiesa di Santa Cristina, costruzione romanica del (sec. XI), portali con lunette robbiane, all'interno si accede alla cappella del miracolo eucaristico. Attigua è la grotta di Santa Cristina con la sua tomba , un semplice sarcofago  del IV sec.  il tutto inserito in un ambiente ipogeo di catacombe cristiane.


08  Tuscania** pittoresca cittadina del Lazio settentrionale, posta sopra un ripiano tufaceo tra profondi burroni al margine meridionale dei M. Volsini.  Centro etrusco poi municipio romano, fu importante nel primo medioevo, cui risalgono i principali monumenti: San Pietro

sorge al margine dell'abitato fuori porta Viterbo, sull'alto di un poggio,preceduta da un piazzale erboso fiancheggiato dai resti di due torri medioevali e dall'edificio del palazzo Episcopale. La chiesa risale al sec.VIII. Nella facciata risalta la parte centrale, con un portale cosmatesco sormontato da una loggetta e da un grande rosone ( nel1971 il terremoto danneggiò seriamente il rosone mandandolo in mille frantumi...la pazienza e la bravura dei restauratori lo hanno riportato al suo antico splendore) contornato dai simboli degli evangelisti. L'interno a tre navate, pavimento cosmatesco del dine sec. XII. Nella navata destra un ciborio su colonne del 1093. Interessante anche la cripta a 9 navate su colonne provenienti da edifici romani.
Santa Maria Maggiore preceduta da una torre campanaria (mozza) romanica. La chiesa risale al sec.VIII, fu quasi tutta ricostruita nel sec.XII e consacrata nel 1206, risente di influssi gotici. Ha una facciata simile a quella di San Pietro, con tre ricchi portali, una loggetta e un rosone. Nel vasto interno a tre navate, ambone del sec. XII ricostruito con marmi più antichi, ciborio in forme gotighe antiche, e nella parete absidale grande affresco del giudizio universale del 300.


09  Vivo d'Orcia* è una piccola frazione del comune di Castiglione d'Orcia in provincia di Siena. Ubicata alle pendici nord del monte Amiata a una quota media di 930 m s.l.m. è totalmente immersa fra i boschi di castagno e rappresenta il borgo più alto di tutto il comprensorio amiatino. Dai suoi territori, in particolare presso le sorgenti dell'Ermicciolo, sgorga il torrente Vivo uno dei principali affluenti del fiume Orcia. Le sorgenti dell'Ermicciolo sono peraltro un'importante fonte idrica rispettivamente per gli acquedotti della Val di Chiana e di Siena

Possiede degli edifici religiosi risalenti all'XI secolo. Al livello del borgo, 870 m s.l.m., è situato un minuscolo romitorio intitolato a San Benedetto da Norcia. Esso appartiene all'Eremo del Vivo, fondato da San Romualdo nel XII secolo ed un tempo abitato dai monaci Camaldolesi, che si trova a valle del borgo. I due manufatti sono tra loro collegati da un sentiero realizzato lungo il corso del fiume che scorre a valle della frazione. Lungo il percorso vi sono tracce di vecchie installazioni industriali, quali cartiere e mulini ad acqua, risalenti ai secoli scorsi ed ormai abbandonate e ricoperte dalla folta vegetazione della zona.
(descrizione presa da Wikipedia).


10  Talamone Fonteblanda Bengodi* , solitario borgo di pescatori e località balneare raccolta su uno scosceso promontorio all'estremità sud dei monti dell'Uccellina. Il Bengodi è un punto sul mare [spiaggia con sassi] sul golfo di Talamone.



11  Montelaterone*  antico sito fortificato a 670 m di altitudine vicino a Arcidosso,si trova posizionato su una cresta arenaria tra le valli dei torrenti Ente e Zancona, da cui si domina l'abitato di Castel del Piano. L'abitato sorse poco dopo l'anno mille come possedimento dell'abbazia di San Salvatore al Monte Amiata, per poi passare sotto il controllo senese già a partire dall'inizio del XIII secolo.

Il paese rimane quasi ininterrottamente sotto l'egemonia di Siena fino alla metà del XVI secolo quando, a seguito della definitiva caduta della Repubblica senese, entrò a far parte del Granducato di Toscana, seguendone le sorti da quel momento in poi. Chiesa di San Clemente, situata nel centro storico, è attestata a partire dal 1302. Ampliata nel XVI secolo con la costruzione delle cappelle di San Cristoforo (1514), per volere di Bartolomeo Vantagioli, e del Corpus Domini (1560), variandone così l'orientamento. Ristrutturazioni successive si ebbero nel 1711, nel 1756, nel 1932-34, e infine nel 1958, quando fu demolito il settecentesco altare maggiore in stucco e sostituito con un altro disegnato dall'architetto Egisto Bellini.
[descrizione presa da Wikipedia].



12  Montegiovi    Il borgo è situato su una collina che costituisce una delle pendici occidentali del cono vulcanico del Monte Amiata, da cui si domina il primo tratto della val d'Orcia grossetana. Dista circa 50 chilometri da Grosseto e meno di 6 chilometri dal capoluogo comunale. E' ricordato per la prima volta in un documento del 1209 in cui l'imperatore Ottone IV confermava il possesso di metà del castello al vescovo di Chiusi, mentre l'altra metà di proprietà dell'abbazia di Sant'Antimo e dell'abbazia di San Salvatore. Sviluppatosi tra l'XI e il XII secolo, nel 1217 fu sottomesso a Siena, sotto l'influenza delle famiglieTolomei (seconda metà del XIII secolo), Bonsignori (prima metà del XIV secolo) e Salimbeni (seconda metà del XIV secolo). Nel XV secolo il borgo fu posto sotto la diretta giurisdizione di Siena. Nel 1555 fu aggregato al Granducato di Toscana, finendo poi accorpato a Castel del Piano. Chiesa di San Martino, citata nelle decime del 1302-1303 e ricordata comepieve nel 1464, è stata sostanzialmente modificata tra il XVII e il XIX secolo e gli unici elementi che testimoniano l'origine medievale della chiesa sono le decorazioni della facciata (timpano, portale architravato e piccolo rosone). All'interno sono custoditi tre dipinti di grande interesse: due opere di Francesco Nasini, la Madonna del Rosario con i santi Domenico e Caterina (1643) e laMadonna in trono col Bambino, san Giovannino e una santa monaca (1692); e una santa Caterina in estasi del XVII secolo. Chiesa della Madonna degli Schiavi, ricostruita nel 1868 in stile neorinascimentale sul luogo dove sorgeva il vecchio oratoriorisalente al XVI secolo. Conserva al suo interno pregevoli opere quali l'affresco della Madonna col Bambino del XV secolo, con due angeli adoranti di epoca barocca attribuiti a Francesco Nasini, ed un quattrocentesco Crocifisso affrescato di scuola senese. Cappella di Sant'Elena, antica chiesetta addossata alla cinta muraria, nei pressi della porta, costituiva la cappella gentilizia dell'antico castello oramai scomparso, ma si presenta oggi particolarmente modificata. Realizzata in muratura in pietra trachitica con campanile a vela, possiede l'interno ad aula unica con copertura a travi di legno.

[descrizione presa da Wikipedia].


13 Monticello Amiata**  è situato a 734 metri sul livello del mare, lungo la strada che conduce verso il Monte Amiata alle porte dellariserva naturale Poggio all'Olmo. L'area collinare in cui è posto segna il definitivo passaggio dalla valle dell'Ombrone al massiccio del Monte Amiata. Monticello Amiata dista circa 50 chilometri da Grosseto e poco più di 9 chilometri dal capoluogo comunale.

Anticamente chiamato Montepinzutolo, ricordato per la prima volta in un diploma del 5 aprile 1027 di Corrado II e poi feudo dei signori di Tintinnano, niente rimane oggi dell'antico borgo alto-medievale, completamente distrutto da un incendio nel 1240. Il nuovo borgo fu ricostruito dagli abitanti di Montepinzutolo con il nome di Monticlo, e nel 1261divenne comune autonomo. Agli inizi del XIV secolo venne posto sotto la protezione di Siena e nel 1348, per insubordinazioni riguardanti il doppio pagamento di tasse all'abbazia di San Salvatore e a Siena, ricevette unascomunica che, curiosamente, ad oggi non è mai stata formalmente ritirata. Annesso al Granducato di Toscana nella metà del XVI secolo, nel 1783 perse la sua autonomia, venendo accorpato a Cinigiano, nuova sede comunale.
Palazzo Comunale, situato nella centrale via Grande, risale al XVII secolo ed era la sede del comune di Monticello Amiata. Sopra il portale bugnato è posto lo stemma degli Aldobrandeschi. Quando nel 1783 il granduca Leopoldo II sancì il trasferimento della sede municipale a Cinigiano, l'edificio divenne sede del tribunale fino al 1837. Successivamente fu abitazione della famiglia Maccherini, mentre oggi ospita la casa museoNei locali dell'ex Palazzo Comunale, è situata la casa museo di Monticello Amiata**, museo etnografico inaugurato nel 1989, che riproduce una tipica abitazione contadina ottocentesca e pone particolare attenzione agli antichi mestieri legati alla lavorazione dell'olio e delle castagne (da non perdere assolutamente).
Sono stati inoltre realizzati due percorsi naturalistici per la conoscenza del territorio circostante: la "via delle fonti" e la "via della castagna". La via delle fonti costituisce un itinerario storico-ambientale attorno al paese di Monticello Amiata, scendendo verso le sorgenti d'acqua conosciute con i nomi di Fonte vecchia e Fonte di sotto, utilizzate in passato come abbeveraggio per gli animali e per rifornimenti ad uso domestico. La via della castagna è un percorso naturalistico che si inoltra nei boschi sotto al paese fino a raggiungere una vasta area di castagneti da frutto: l'itinerario si caratterizza anche per elementi di tipo antropologico, grazie alla presenza di essiccatoi, capanne e muri a secco.


14  Monte Amiata cima* camminata di 20 minuti alla croce più altri 10 minuti alla Madonna degli Scout.....itinerario per tutti da non perdere. Dalla croce terrazza panoramica che in giornate limpide ci propone uno spettacolo unico. 



15 Isola del Giglio** da Giglio porto in ore 1 a piedi si arriva con strada asfalto poi per sentiero lungo costa alla Cala delle Caldane posto idilliaco (fuori stagione). L'isola è percorsa da mezzi che portano in ogni luogo, ma la bellezza dei posti si apprezza andando a piedi lungo i sentieri che l'attraversano in lungo e in largo. Dal lato di Giglio porto è visibile l'Isola di Giannutri.